In a talk with Olimpia Zagnoli

Similmente alla poltroncina Due Più di Nanda Vigo, Gigiona porta nella collezione di Acerbis un tocco ironico e decorativo, continuando la ricerca su materiali e processi che definisce la visione innovativa del brand. Composta da sei pannelli in vetro di Murano, l’opera nasce dall’osservazione e dalla scomposizione di un modulo, come racconta l’artista: “Il modulo, in questo caso, è l’immagine di un corpo suddiviso in una griglia che si spezza e si ricompone a piacimento come un puzzle figurativo o astratto, a seconda dei gusti. La ricerca nasce da una serie di bozzetti su carta e dipinti ad olio che esplorano questa dimensione di un’opera malleabile e mutabile.”

L’idea di un progetto in continua evoluzione si riflette anche sulla scelta del materiale, che assume in Gigiona un ruolo centrale. “Il vetro è un materiale che si fa testimone di questa mutabilità” – spiega la Zagnoli – “Sia per quanto riguarda la sua capacità di trasformazione, sia rispetto alla sua reazione agli agenti esterni come la luce che lo attraversa o il tempo che passa. Inoltre, rende l’opera visivamente leggera e impalpabile, pur essendo di grandi dimensioni.” Insieme al vetro di Murano, le tonalità brillanti e le geometrie morbide amplificano la sensazione di leggerezza, restituendo un linguaggio visivo immediato e vibrante.

Pensata per essere scomposta e ricomposta, Gigiona è un’opera che invita a molteplici letture e a un rapporto intimo con chi la osserva. Spiega l’artista: “Il principio è che ognuno si faccia l’idea che vuole di Gigiona. Nello stesso modo in cui, quando si incontra una persona, si conosce di lei solo un piccolo dettaglio, un aneddoto ed è conoscendola meglio che i pezzi si sommano e il quadro appare più chiaro, così la relazione tra l’osservatore e l’opera può essere occasionale o profonda, verticale o orizzontale, composta o scomposta, parziale o totalizzante.”