La poltroncina Due Più di Nanda Vigo è un oggetto sorprendente ed enigmatico, con una fisionomia unica conferita dall’uso di due rulli che sembrano fluttuare. Connotata da un’estetica che parla di Futuro, la si può considerare un progetto-manifesto della Vigo, sintesi delle sue due anime: l’esprit de géométrie – evidente nella struttura metallica minimale, che riflette la luce – e lo spirito eccentrico e pionieristico, interpretato dalla pelliccia di Mongolia. Presentata ora da Acerbis con struttura in acciaio e pelliccia recuperata dagli scarti dell’industria alimentare, in una logica di economia circolare che la rende compatibile con l’ethos contemporaneo.
Imbottitura seduta e schienale in poliuretano espanso a unica densità, sagomata cilindrica Ø19 cm, con rivestimento in pelliccia di capra Mongolia nei colori bianco, nero e ruggine. Il rivestimento conferisce ai rulli un effetto voluminoso ed elegante. Struttura Telaio a slitta in tubolare di metallo, Ø3 cm, in finitura cromo.




Pelliccia di Mongolia voluminosa e sontuosa. Pelliccia recuperata dagli scarti dell’industria alimentare, in una logica di economia circolare che la rende compatibile con l’ethos contemporaneo.
Pelliccia di Mongolia voluminosa e sontuosa. Pelliccia recuperata dagli scarti dell’industria alimentare, in una logica di economia circolare che la rende compatibile con l’ethos contemporaneo.
Pelliccia di Mongolia voluminosa e sontuosa. Pelliccia recuperata dagli scarti dell’industria alimentare, in una logica di economia circolare che la rende compatibile con l’ethos contemporaneo.
Struttura in acciaio
Dall’archivio
- 1 Nanda Vigo Sedie Due Più Prod. Conconi 1971. Foto di Aldo Ballo. Courtesy Archivio Nanda Vigo.
- 2 Nanda Vigo Abitazione privata. Zona pranzo con tavolo Block per Acerbis e sedie Due Più prod. Conconi Milano 1971. Foto di Carla de Benedetti.
- 3 Nanda Vigo e Franco Fiorio Casa privata a Merate (LC) Inizio anni ’70. Zona pranzo con tavolo Block per Acerbis, sedie Due Più.
- 4 Sedia Due Più nello studio-abitazione di Nanda Vigo, 2015, foto di Andrea Martiradonna/Domus, Courtesy Archivio Nanda Vigo.
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